
"Il caso è una porta aperta sull'ignoto"
Fin da bambino ho seguito un istinto naturale che mi spingeva
verso il colore, verso il gesto creativo. La pittura è diventata
presto il mio linguaggio principale, uno strumento attraverso cui
esplorare non solo il mondo esterno, ma anche quello interiore. Nel
tempo, questo percorso si è trasformato in una ricerca personale
profonda, che mi ha portato a confrontarmi con paure, limiti e
fragilità, aprendo spazi nuovi di consapevolezza e libertà
espressiva.
La fantascienza che amo da sempre, sotto forma di cinema,
letteratura e fumetto ha un ruolo centrale nella mia visione
artistica. I suoi paesaggi immaginari, i suoi interrogativi
esistenziali e le sue suggestioni visive alimentano la mia
immaginazione e influenzano il mio modo di concepire l’opera
pittorica.
Attraverso i miei lavori, invito l’osservatore a compiere un
viaggio: dalla Terra verso lo spazio profondo, fino al punto in cui
il nostro pianeta sparisce alla vista e ci si ritrova immersi nel
buio e nel vuoto. È lì, in quella sospensione, che inizia un altro
tipo di esplorazione più intima, più mentale. Le mie opere sono
mappe astratte di questo percorso: non raccontano, ma evocano. Non
descrivono, ma suggeriscono un’esperienza emotiva e personale.
Dipingo per entrare in contatto con ciò che è invisibile, per
dare forma a ciò che sento ma non riesco a dire. Il mio lavoro è un
invito a guardare oltre, nello spazio e dentro di sé.